Dotazione tecnologica

Devo ammettere che durante il cammino di Santiago un po' mi vergognavo quando il discorso cadeva sul peso dello zaino e, in particolare, sul peso degli accessori tecnologici che mi portavo in spalla. Complessivamente, si trattava infatti di oltre 2kg: computer netbook e suo caricatore, mouse, fotocamera e suo caricatore, lettore di schede, smartphone, lettore ebook, cavetto usb multiuso. Può sembrare esagerato, ma si tratta della migliore soluzione che avevo trovato per riuscire ad aggiornare il blog quotidianamente e in piena autonomia.

Quest'anno ho considerato alcune alternative, nella speranza di ottimizzare peso, ingombro e autonomia.

  • Una prima possibilità prevede di tenere un diario su carta e, sfruttando gli internet café o posti simili, ricopiare a mano nel blog e pubblicare. Vantaggio: peso da trasportare quasi del tutto trascurabile (poche decine di grammi). Svantaggio: grosso rischio di non avere voglia e/o tempo di ricopiare; molto improbabile riuscire ad aggiornare spesso il blog.
  • Usare solo uno smartphone, sia per scrivere, sia per scattare fotografie. Soluzione molto leggera, ma purtroppo poco pratica, soprattutto per quel che riguarda la scrittura. Come ho già scritto l'anno scorso, l'uso della tastiera integrata è di una scomodità assoluta. Si potrebbe ovviare a questo problema con una tastiera Bluetooth esterna, anche se non sono molto convinto della comodità di uno schermo piccolo come quello di un cellulare. Inoltre, la qualità della fotocamera integrata, pur essendo tutto sommato dignitosa, potrebbe non essere all'altezza dei soggetti da fotografare.
  • Soluzione dell'anno scorso: netbook, fotocamera, smartphone, lettore ebook, accessori vari. Tutto sommato un buon compromesso che, grazie alla presenza di un vero e proprio computer, consente totale flessibilità.

Soluzione di quest'anno (giro del mondo 2013)

Ho deciso di sostituire il netbook con un tablet Ipad + tastiera Bluetooth esterna. Non trattandosi di un vero e proprio pc alcune operazioni risultano impossibili, ma si aprono scenari interessanti.

Oltre agli aspetti ludico / pratici tipici di un tablet, la consultazione di guide di viaggio risulta infatti estremamente comoda. Ho scaricato le versioni digitali delle guide Lonely Planet dei paesi che toccherò e ora le ho tutte a portata di dito, senza il peso e l'ingombro delle equivalenti versioni cartacee.

Per aggiornare il blog usando solo l'Ipad esistono varie soluzioni. Purtroppo l'applicazione ufficiale WordPress è tristemente inadeguata. Analogamente, l'interfaccia via browser, oltre a risultare inutilizzabile in modalità offline, si scontra con le manette della gabbia dorata Apple; non si possono infatti fare upload di file, enorme limitazione se si vogliono inserire fotografie nei post. Fino a pochi giorni fa prevedevo di usare l'editor di testo Notesy (molto valido) per scrivere in modalità offline, l'applicazione WordPress per fare l'upload delle foto, infine l'interfaccia via web per formattare e impaginare correttamente i post.

Fortunatamente, ho poi scoperto un'applicazione davvero notevole: Blogsy. Non mi dilungherò in una recensione dettagliata, ma devo dire che è esattamente ciò che serve per un blogger in mobilità e che, da molti punti di vista, risulta addirittura più comoda rispetto all'uso di un vero pc. Sia l'ultimo post sul Nepal, sia questo sulla dotazione tecnologica, li ho scritti con Blogsy, seduto al tavolo di un bar di Trento, senza rimpiangere minimamente il pc di casa.

Come nota conclusiva, aggiungo che è possibile collegare una qualsiasi fotocamera all'Ipad per scaricare le foto, grazie ad un apposito accessorio Apple (piccolo e leggero, ma costosetto, circa 30 euro).

A conti fatti, la nuova dotazione tecnologica pesa circa 4 etti in meno rispetto a quella dell'anno scorso.

 

Curve geodetiche, mappe, animazioni

Il post di ieri, oltre a un noioso elenco di orari e destinazioni, presenta anche due visualizzazioni più immediate: una mappa globale con il percorso e un video con l’animazione del viaggio. Entrambi sono stati realizzati usando software e dati liberi. Riporto di seguito alcune note tecniche sulla realizzazione.

Mappa con il percorso

Mappa mondo, 1:140MCome dati di partenza ho usato la mappa raster della Terra in scala 1:50m (cross-blended hypsometric tints) e la collezione di dati vettoriali resi disponibili da Natural Earth (licenza public domain). Come software per visualizzare i dati e fare il rendering della mappa, ho usato l’ottimo Quantum GIS (d’ora in poi QGIS), già presente nel repository standard di Ubuntu (uso Ubuntu 12.10). L’import dei dati raster e vector è risultato del tutto indolore e i vari tematismi risultano perfettamente allineati.

Esistono sicuramente molti modi in QGIS per aggiungere i punti relativi alle destinazioni. Dopo rapida indagine, ha adottato una soluzione probabilmente poco ortodossa, ma che mi ha rubato pochissimo tempo. Ho creato a mano un file GPX con i waypoints che mi interessavano e l’ho importato grazie al plugin preinstallato “Gps Tools”.

Non ho invece trovato in QGIS un modo per disegnare le curve geodetiche che collegano i vari punti. Ho visto come collegare i punti con linee rette, ma non è quel che volevo. Ho allora scelto una via che può apparire contorta, ma per me piuttosto naturale. Ho scritto un programmino che, appoggiandosi alla libreria GeographicLib (anche questa già disponibile nel repository), a partire dalle coordinate (lat,lon) di partenza e arrivo, genera un file GPX contenente la geodetica sotto forma di track. Il programmino è molto semplice e nella struttura ricalca un file d’esempio di GeographicLib. L’unica accortezza sta nel rilevare il passaggio da +180 a -180 gradi di longitudine e spezzare il percorso in due tracce distinte nello stesso file GPX.

Se qualcuno fosse interessato, può scaricare geodesic.zip che contiene:

  • geodesic.cpp : file sorgente in c++ del programmino;
  • destinazioni.gpx : il file GPX con tutte le destinazioni (scritto a mano);
  • tappe.txt : i comandi da dare per generare i file GPX con le curve geodesiche.

Una volta importati punti e curve, si tratta solo di decidere quali colori usare e, se l’immagine desiderata è sufficientemente grande, di attivare l’inserimento automatico delle label.

Video animato

Frame da filmato voliHo usato OpenShot, interessante software di video editing disponibile nel repository standard di Ubuntu. A differenza di altri video editor che avevo provato in passato, OpenShot presenta un’interfaccia molto intuitiva ed è facile da usare. Trattandosi però di un progetto relativamente giovane, talvolta è poco stabile e alcune azioni apparentemente innocue possono mandarlo in crash. Nel complesso si è trattato comunque di uno strumento prezioso. In particolare, è dotato di un plugin chiamato WorldMap che fa esattamente quelle che serve: accetta coordinate (lat,lon) di due punti e, appoggiandosi a Blender, genera un filmato con l’animazione. Tutto qui. In realtà WorldMap a volte falliva senza emettere messaggi d’errore, ma ho risolto dimezzando i parametri Extrude e BevelDepth.

Per le schermate dei titoli, ho usato InkScape, che si integra alla perfezione con OpenShot.

Per l’audio, ho trovato Alchemist Tower, un bel brano del solito Kevin MacLeod. Purtroppo, la parte centrale era troppo corta e sono ricorso quindi ad un lavoro di copia/incolla con Audacity per allinearlo con il video.

Ecco il risultato finale: