Relax a Koh Mak, Thailandia

Venerdì 5 – Martedì 9 aprile 2013. In viaggio: giorni 36 – 40. In Thailandia: giorni 11 – 15.

Caldo, sole, spiagge, mare, riposo. Queste le parole chiave degli ultimi giorni. Alla fine ho scelto l'isoletta tropicale di Koh Mak, ancora non toccata dal turismo di massa, ma nemmeno troppo selvaggia. L'ho scelta anche per le dimensioni: non così piccola da risultare noiosa, non così grande da essere fuori portata per un pedone camminatore. Da Bangkok, cinque ore di autobus molto tranquille, più cinquanta minuti di speedboat.

Il mio bungalow.

Come punto base ho trovato il Bamboo Hideaway Resort, un gruppetto di magnifici bungalow in bambù, costruiti in una zona centrale ed estremamente tranquilla. Ciliegina sulla torta, i gestori sono una coppia di italiani, Francesca e Massimo, che in questi giorni hanno fatto di tutto per coccolarmi e farmi sentire a casa. Dopo oltre un mese, ho mangiato la mia prima pastasciutta, in tutto e per tutto italiana, dagli ingredienti al cuoco (Massimo).

Piscina vista mare.

Pur essendo tutti i luoghi dell'isola a portata di pedone, non esiste da nessuna parte una buona cartina aggiornata e affidabile. Francesca e Massimo mi hanno prestato una vecchia mappa del 2008, discretamente dettagliata, anche se piena di errori. Disponibile in unico, rarissimo esemplare (!!), è arricchita dalle loro note scritte a mano. Sabato mattina presto ho fatto una corsetta con cartina (tipo orienteering), ma ho combinato due guai. Prima di tutto, nonostante la protezione in plastica, ho bagnato di sudore il bordo della preziosa reliquia (disgrazia!). Poi mi sono perso nella giungla… fortunatamente, dopo alcuni giri a vuoto, ho incrociato una grossa strada non segnata che mi ha riportato in zona nota.

In questi giorni ho girato a piedi praticamente tutti gli angoli dell'isola, esplorando le spiagge, e provando nel frattempo i migliori ristoranti della zona. Camminando dove solitamente i turisti non passano, ho avuto modo di studiarmi con calma le principali coltivazioni della zona: ananas, altissime palme piene di noci di cocco, e grandi distese di alberi della gomma, tutti regolarmente incisi e dotati di raccoglitori per il loro prezioso fluido.

Spiagge

La più bella è senz'altro Turtle Beach, nella parte nord dell'isola. Sembra di essere in un film, con palme e piante tropicali, sabbia bianca finissima, mare pulito, acqua più che calda. Sarà che per raggiungerla è necessario camminare lungo un sentiero nella giungla, ma questa spiaggia è poco frequentata e quando ci sono stato io, ero l'unico essere umano a perdita d'occhio.

Turtle Beach.

White Sand Beach (parte sud-est).

White Sand Beach (parte ovest).

Non tutte le altre spiagge sono sullo stesso livello. Alcune, pur essendo potenzialmente fantastiche, hanno la sfortuna di trovarsi allo sbocco di correnti marine che trasportano rifiuti dalla terraferma e dalle altre isole circostanti. Visto che sono ben pochi i resort che puliscono con regolarità, non è raro trovare montagne di scatolame, plastiche e altre schifezzuole. Ci sono comunque lunghi tratti perfettamente puliti e le spiagge che meritano una visita sono numerose.

Ristoranti

Per prima cosa, ho mangiato benissimo al ristorante del resort, gestito naturalmente da Francesca e Massimo. Si chiama La Dolce Vita e presenta sia piatti italiani, sia piatti thailandesi. Di italiano ho provato solo la già citata pastasciutta, mentre ho esplorato varie voci dell'ampio menù Thai. Slurp!

Su suggerimento di Francesca, ho anche provato i due estremi della ristorazione dell'isola. Da un lato, un localino tipo street-food nei pressi del molo, con quattro tavoli, uno dei quali uno usato come cucina. Dall'altro, il miglior ristorante di pesce dell'isola. In entrambi i casi, esperienze culinarie molto meritevoli.

Progetti per il futuro

Domani, rientro a Bangkok (per l'ultima volta). Poi, dopodomani, viaggio in aereo verso Sydney. Riprenderò a scrivere direttamente dall'Australia. Alla prossima!

Strano frutto selvatico vicino a Turtle Beach: cosa sarà?

Incisione dell'albero della gomma. Curiosa statua installata lungo una strada poco frequentata da pedoni.

Fasi successive di lavorazione della gomma.

Raccolta delle noci di cocco. Questa volta in luogo molto frequentato... hanno aggiunto un velo.

Mi ricorda qualcosa... LeChuck?!?

 

Corso di cucina

Mercoledì 3 aprile 2013. In viaggio: giorno 34. In Thailandia: giorno 9.

Oggi ho fatto due cose. Un fantastico corso di cucina thailandese e il viaggio in treno fino a Bangkok. In realtà sto scrivendo in treno, dalla mia cuccetta. Questo post sarà interamente dedicato al corso, in modalità prevalentemente fotografica.

Alla fine ho scelto uno dei corsi più apprezzati di Chiang Mai, organizzato da Basil Healthy Thai Cooking School. Ci sono sette categorie di cibi, con tre possibili scelte per ogni categoria (vedi sito). Ognuno sceglie cosa desidera preparare e Boom, la direttrice della scuola, organizza di conseguenza l'acquisto delle materie prime al mercato locale. Ottima occasione per presentarci e istruirci sugli ingredienti base della cucina Thai. Ecco qualche foto scattata al mercato:

Verdure varie. 4 tipi di zenzero, 3 tipi di melanzane, N tipi di basilico, lemongrass, peperoncini, e molto altro.

Diverse fogge di tofu. A sinistra la fondamentale pasta di peperoncino usata dappertutto.

Non esiste un solo tipo di riso...

Frutti tropicali già pronti.

Durian: il famoso frutto puzzolente.

Poi a casa di Tom, lo chef che ci seguirà per tutto il giorno. Così piacerebbe anche a me cucinare: ingredienti già pronti per l'uso, pulizia assoluta garantita dagli assistenti, uno chef che ti consiglia nei momenti più complicati… Cronaca fotografica di alcuni dei piatti che ho cucinato.

Tavolo con gli aspiranti cuochi all'opera.

Papaya salad. Facile da preparare, buona, fresca e ben piccante.

Mortaio e tutti gli ingredienti per la preparazione, da zero, della pasta di curry Pa-nang.

Piatto principale. Da sinistra: gamberi stir-fried in salsa al tamarindo; curry Pa-nang; riso d'accompagnamento.

Dolce buonissimo: sticky rice con mango. Volevo soprattutto imparare a fare questo piatto, ma richiede una preparazione lunghissima: quasi 6 ore solo per il riso...

Per la cronaca, ho cucinato, con ottimi risultati (difficile sbagliare comunque, grazie all'elevata qualità delle materie prime e all'attenta supervisione di Tom, Boom, e degli altri assistenti):

  • Drunken Noodle (pad khi mao).
  • Hot and Sour Prawn Soup (tom yum kung).
  • Papaya Salad (som tum).
  • Impasto base per curry Pa-nang (namphrik gaeng pa nang).
  • Curry Pa-nang (gaeng pa nang).
  • Stir Fried Prawns in Tamarind Souce (kung sauce ma kaam).
  • Sweet Sticky Rice with Mango (kao niew ma muang).

Alla fine abbiamo ricevuto uno snello manualetto riassuntivo con tutto quello che abbiamo imparato, nonché diploma ufficiale di Healthy Thai Cooking.

 

La bat-caverna

Notte nella zanzariera. Un po' strettina per cinque persone.

Martedì 2 aprile 2013. In viaggio: giorno 33. In Thailandia: giorno 8. A piedi: giorno 19.

Pooh trek: giorno 3.

Nook ci insegna come tostare il pane per la colazione.

Come previsto, la notte è stata sul terribile andante, con spazi ridottissimi per ogni movimento e lividi sempre più lividi. In compenso ieri sera ho avuto modo di parlare a lungo con i compagni d'avventura, scoprendo che tutti loro hanno fatto scelte di vita fuori dall'ordinario. Hanno terminato la scuola per fisioterapisti un paio d'anni fa e poi hanno insieme deciso di esercitare la loro professione in un'isoletta tropicale: Réunion Island, sperduta nell'Oceano Indiano a est del Madagascar. Réunion Island è a tutti gli effetti territorio francese, quindi nessun problema di visti o di riconoscimento del diploma. Bella scelta. Fabien e Amelie vivono ancora adesso sull'isola, mentre Vincent e Cindy avevano deciso di spostarsi a Tahiti, nel mezzo dell'Oceano Pacifico, sempre territorio legato alla Francia. Purtroppo hanno però incontrato problemi burocratici e la nuova sede lavorativa è saltata. Hanno così deciso di approfittare del momento di libertà dal lavoro per… fare il giro del mondo! Gireranno principalmente il sud-est asiatico e il sud-america, per un totale di tre mesi (o erano sei… mah). Fabien e Amelie li hanno raggiunti per la sezione thailandese. Sono tutti e quattro abituati a viaggiare e non si sono mai lamentati durante il trekking, nemmeno nei momenti più critici, quando ci siamo dovuti scontrare con ragni e serpenti, animali per i quali alcuni di loro nutrono delle mini-fobie. Mi sono trovato bene con loro e, nonostante la barriera linguistica, non mi sono mai sentito escluso, anzi, si sono sforzati moltissimo di mettere alla prova il loro inglese ancora un po' limitato.

In mezzo l'aiuto-guida Nook. Simpaticissimo abitante del villaggio di ieri.

Oggi c'è stata la parte più avventurosa del cammino. Abbiamo risalito un torrente impetuoso, infilato nel bel mezzo della giungla, con relativo corredo di vegetazione follemente rigogliosa, insetti di ogni tipo (comprese nubi di zanzare), suoni inusuali e fortissimi. Le due ore di risalita sono state un alternarsi di roccette umide e immersioni nel torrente, che in vari alcuni punti scorreva velocemente superando altezza ginocchio / metà coscia. Un po' insidioso il fatto che non si riusciva a vedere il fondo e di conseguenza risultava difficile appoggiare i piedi con sicurezza, ma non mi sono mai sentito veramente in difficoltà o sul punto di cadere. Anche il caldo ha fatto la sua parte, facendoci sudare e ansimare alla grande.

Alla fine della bat-caverna.

Comunque una bella esperienza, culminata con l'arrivo alla bat-caverna, ovvero Bat Cave, ovvero La grotta dei pipistrelli. Si tratta essenzialmente di una grotta scavata dal torrente, lunga circa 400 metri, alta in alcuni punti una ventina di metri, completamente buia. Ai lati due pareti rocciose quasi verticali, in mezzo il torrente, da risalire restando sempre con piedi e gambe a mollo. I pipistrelli effettivamente ci sono, in alto, a testa in giù, in rapido movimento quando disturbati dalle nostre luci (comprese due torce costruite ieri sera con il bambù). Purtroppo la grotta è anche luogo di ritrovo per serpenti e vediamo subito dalla faccia molto seria di Aek che c'è poco da scherzare. Solitamente se ne stanno sulle pareti a pochi metri dall'acqua, ma sanno nuotare e potrebbe risultare difficile evitarli in caso di scontro in acqua. Alla fine ne avvistiamo solo due, tranquillamente appollaiati a un paio di metri dal torrente, sulle rocce. Aek dice che questi esemplari verdi non sono mortali in caso di morsi su gambe o braccia. In caso di morso su collo o testa, invece…

Poco prima dell'uscita dalla bat-caverna, un'ampia grotta pianeggiante, con comoda panca per riposarsi, sia dalle fatiche fisiche, sia da quelle psicologiche. Poco da dire sul salitone finale per tornare alla civiltà, se non che il caldo era davvero tremendo e il Sole picchiava senza pietà. Sforzo breve, comunque, poco più di un'ora.

Volendo fare un bilancio, mi aspettavo di camminare di più, ma sono decisamente soddisfatto dell'esperienza: la giusta fatica, incontri con belle persone, nuove tecniche di sopravvivenza, e quel pizzico di avventura vera (ma controllata) che non guasta mai.

Nota aggiuntiva

Questa notte, fra 1 e 2 aprile, sono stato colpito dalle zanzare, nonostante l'abbondante uso di repellente. Un ponfo sulla mano destra e uno sul gomito sinistro. Registro questo evento per ricordarmi la data esatta, nel caso in cui dovessi manifestare strani sintomi nel giro delle prossime settimane. Questa zona di confine purtroppo non è sicura come Chiang Mai e le zanzare possono portare sia malaria, sia febbre dengue. Il fatto che le punture siano arrivate di sera / notte mi porta ad escludere la dengue, ma non si sa mai. Spero di non avere sorprese.

Bambù, bambù, bambù

Camp Sild

Lunedì 1 aprile 2013. In viaggio: giorno 32. In Thailandia: giorno 7. A piedi: giorno 18.

Pooh trek: giorno 2.

Ho scoperto una verità profonda. Lo stuoino che solitamente uso quando dormo per terra è d'importanza fondamentale. Questa notte ho dormito senza, direttamente sul pavimento di legno, insieme agli altri compagni, stretti stretti sotto la zanzariera. Ho dovuto cambiare posizione ogni 10 minuti, rigirandomi di continuo per il dolore ai punti di contatto. Ora ho dei bei lividi sulle anche, sulle ginocchia e sulle caviglie. Stupefacente che comunque sia riuscito a dormire discretamente bene.

La mattina il cammino è su terreno molto facile, prevalentemente in discesa, passando da un altro villaggio più importante dotato di scuola. Peccato che i bambini siano in vacanza, come sempre durante la stagione calda. A proposito di caldo, la temperatura si sta alzando progressivamente, ormai siamo sui 40°C nelle ore centrali, e le previsioni parlano di picco mortale verso il 5 di aprile (pare che nel centro-sud del paese si arriverà intorno ai 45°C).

A ora di pranzo raggiungiamo il fiume, dove possiamo fare finalmente un bel bagno con idromassaggio (i.e. cascatelle).

Il pomeriggio inizia subito a farsi più duro. Il programma prevede infatti di risalire il fiume fino ad arrivare a Camp Sild, una capanna isolata nel mezzo della giungla, costruita e gestita dalle guide di Pooh. Non c'è sentiero. A volte si costeggia il fiume, a volte lo si attraversa, con l'acqua che arriva alle ginocchia. Dopo innumerevoli attraversamenti abbiamo avvistato una donna intenta a catturare girini, l'ingrediente principale del Taa Poo, uno dei piatti tipici e unici della zona. Ieri sera l'ho provato, trovando però un sapore di pesce fermentato troppo forte per i miei gusti.

A caccia di girini.

A Camp Sild passiamo il tempo fra bagni nel fiume, preparativi per la cena, e partitoni a carte. Gli amici francesi mi hanno insegnato un nuovo gioco. Non so scrivere il nome, ma non appena avrò una connessione a internet vedrò di recuperarlo. Si chiama Trou du Cul, nome molto evocativo, che però in italiano è stato tradotto semplicemente come Presidente. La cena è estremamente interessante, pesantemente basata sull'uso del bambù. Grazie all'aiuto di Nook, il padrone di casa di ieri, che oggi affianca Aek come aiuto-guida, abbiamo a disposizione alcuni pezzi di bambù di dimensioni assortite. Con colpi di coltello ben assestati ne ricaviamo bicchieri, posate, piatti e, sorprendentemente, i forni dove cuocere il riso per la cena e le uova per la colazione. Per il riso, si ritaglia una finestrella, si inserisce riso e acqua, si bagna la superficie esterna e… si mette direttamente sul fuoco sino a cottura ultimata. Buonissimo.

Cottura del riso con forno di bambù.

Spiedino di peperoncini (usati poi per il curry piccante).

Anche la prossima notte sarà spartana. Pavimento di legno, stessa zanzariera troppo piccola per cinque persone, e niente acqua corrente. Per fortuna il fiume passa a pochi metri dall'ingresso della capanna e le sue acque sembrano abbastanza limpide anche per bere, per lo meno dopo aver aggiunto la pillolina purificatrice.

Bellissima farfalla che si mimetizza da foglia.

Uno dei tantissimi ragni che camminano a pelo d'acqua.

 

Sulle palafitte, nord ovest della Thailandia

Domenica 31 marzo 2013. In viaggio: giorno 31. In Thailandia: giorno 6. A piedi: giorno 17.

Pooh trek: giorno 1.

Mi piacerebbe essere più preciso per quel che riguarda i luoghi, ma non ho una cartina dettagliata della zona e non seguiamo un sentiero segnato, solo una traccia che talvolta sbuca sulla strada sterrata, talvolta si inoltra fra gli alberi. In teoria le coordinate del villaggio nel quale ci siamo fermati dovrebbero essere lat=18.069167°, lon=98.131667°, ma non ne ho la certezza assoluta.

Ma andiamo con ordine. L'avventura nella giungla inizia con un lungo trasferimento in songthaew, quasi tre ore su strade in ottime condizioni, non molto diverse dalle nostre statali a quattro corsie. Il songthaew (vedi foto iniziale) è un pick-up convertito in veicolo per trasporto passeggeri, con un telo per riparare dalla pioggia e due panche per sedersi. Inutile dire che stare all'aperto quando si viaggia oltre i 100km/h non è esattamente rilassante e spesso bisogna tenere gli occhi chiusi per non beccarsi particelle di polvere o insetti nelle pupille. Dopo un rapido pranzo all'ingresso della riserva, altro breve trasferimento in jeep su strade molto ripide, fino ad arrivare al punto d'inizio del cammino.

Iniziamo a camminare. Da sinistra a destra: Fabien, io, Amelie, la nostra guida Aek, Cindy, e Vincent.

Il paesaggio è molto diverso da quel che ci aspettavamo. In tutte le direzioni, una distesa di cenere, alberi bruciacchiati, lingue di fuoco e nuvole di fumo. Siamo arrivati proprio il giorno in cui gli abitanti dei villaggi danno fuoco a intere colline per fare spazio alle coltivazioni di riso. Un rito che si ripete ogni anno proprio verso fine marzo, e non solo nell'estremo nord del paese ma, come ho potuto constatare durante il viaggio in treno, un po' ovunque. Il fuoco è talmente diffuso e si muove così velocemente che sarebbe pericoloso seguire l'itinerario previsto. Aek (la nostra guida, quella che ieri ho erroneamente chiamato Eki) decide così per un percorso alternativo, più sicuro ma anche molto più breve; poco più di un'ora e mezza invece delle quasi quattro previste.

Quasi tutto il cammino attraversa versanti già bruciati e ormai sicuri, perdendo però l'aspetto rigoglioso che ci si aspetterebbe da una giungla. Aek non perde comunque occasione per mostrarci gli animali, le piante, le curiosità di questa terra. Lui è nato e cresciuto a Pai, località di montagna poco distante da qui, e conosce tutti i trucchi. Ha raccolto e ci ha fatto assaggiare pezzi di corteccia, frutti di papaya selvatica, radici; ci ha mostrato la sua abilità con la fionda e ci ha insegnato come usare le dita per lanciare sassi-proiettile. Momento di terrore quando ho capito perché col suo coltellaccio batteva tutti i tronchi che trovava: voleva far uscire le api e mostrarci il miele… per fortuna che il fuoco dei giorni scorsi le ha costrette ad evacuare gli alveari!

Verso metà pomeriggio siamo arrivati nel villaggio che ci ospiterà per la notte. Niente balletti folcloristici, pannelli illustrativi, costumi fasulli da villaggio turistico. Si è trattato di un'esperienza vera, in una casa vera abitata da persone reali. Più che casa, sarebbe meglio dire capanna o palafitta. L'intera abitazione, sopraelevata di circa 2 metri dal terreno, è fatta di legno, bambù, e tetto ondulato. C'è la cucina, provvista solo di focolare (senza camino) e schiera di coltelli, e un'altra stanza completamente spoglia. Non esistono i concetti di sedia, tavolo e letto. Tutto si fa per terra, cucinare, mangiare, dormire, parlare, giocare. Fra il terreno e il pavimento vivono gli animali di casa: alcuni maiali setolosi, i cani, diversi galli e galline con numerosa prole. Difficile a volte capire se il rumore molesto appena percepito è un gran rutto (o un poderoso peto) della persona che ti sta accanto, o se è invece stato uno dei maiali sottostanti.

Simpatico ragnetto, a detta di Aek, non del tutto innocuo.

L'unica fonte d'acqua per l'intero villaggio si trova ad alcuni minuti di cammino. Una pozza semi-stagnante, in una valletta ombreggiata, popolata da migliaia e migliaia di ragni dalle zampe lunghissime, innocui ma comunque poco simpatici. Ad ogni passo è impossibile non schiacciarne una decina e se ci si ferma, nel giro di pochi secondi cominciano a risalire piedi e gambe. Aek, gran burlone, si è divertito a raccoglierne una discreta quantità, per poi lanciarceli mentre facevamo un rapido bagnetto alla fonte…

Per la notte, si dormirà ovviamente sul pavimento, protetti da un'opportuna zanzariera. Alcuni dei personaggi del villaggio sono davvero significativi, come il signore della foto: dovrebbe essere il dottore dei bambini. Se ho ben capito una specie di levatrice al maschile. Poco fa aveva un gran mal di testa e gli ho offerto una delle mia pillole di paracetamolo. Spero funzioni.

Il dottore dei bambini.

C'è anche una donna molto molto strana che però non vuole essere fotografata. Tatuaggi, braccialetti, calze, vestiti colorati, pipa sempre accesa. Probabilmente ha un ruolo importante nel villaggio, anche se non sono riuscito a capire quale. Comunque è molto rispettata.

Abbiamo cucinato insieme alla famiglia che ci ospita… Tre ore a pelare e tagliare verdure, affumicati dal focolare senza camino. Bellissima esperienza, anche se un disastro assoluto dal punto di vista dell'igiene. Ho visto cose… Cibo comunque buonissimo e molto apprezzato da tutti.

La signora strana. Foto scattata da lontano la mattina dopo.

La cena, servita ovviamente sul pavimento.

Avvertenza

I tre giorni di trekking sono stati molti intensi, senza nessun momento vuoto da dedicare al diario. Mi trovo quindi adesso, a posteriori, a scrivere il tutto.

 

Massaggio tradizionale thailandese!

Credo oggi sia la festa del Naga. Bella la scultura fatta con le piante.

Sabato 30 marzo 2013. In viaggio: giorno 30. In Thailandia: giorno 5.

L'accoglienza è stata splendida. Sulla soglia, una ragazza in divisa e sorrisone che mi invita a togliere scarpe e calzini per indossare delle comode ciabatte molto eleganti. Poi mi porta in una stanza climatizzata con luci soffuse, profumi esotici, larghe poltrone rosse estremamente comode. Qui mi siedo e mi viene sottoposto un questionario per individuare eventuali problemi di salute che possano incidere sul massaggio. Mentre compilo faccio la conoscenza con la mia terapista Bilki (purtroppo non sono sicuro del nome), che porta una bacinella d'acqua sulla quale galleggiano fiori, spicchi di lime e altre essenze sconosciute. Il pediluvio con massaggio è molto piacevole, anche se immagino sia più utile a lei che a me. Spruzza infatti il lime sui piedi in modo da neutralizzare ogni possibile odore molesto. Nel frattempo mi offrono un buonissimo the verde ghiacciato.

Poi cambiamo stanza. C'è un lettino da massaggio con un buco dove appoggiare la testa, una piacevole musica rilassante, luce bassa, arredamento elegante, ancora profumi esotici. Mi passa i vestiti da massaggio (tutti monouso, dai colori neutri): mutande elastiche, amplissimi pantaloni al ginocchio e camicia a maniche corte molto larga. Poi inizia il massaggio vero e prorio. All'inizio ero molto teso, poi mi sono rilassato e le due ore sono volate in un istante. Le tre modalità – massaggio tradizionale, massaggio spalle/testa/collo, massaggio con impacchi caldi – erano mischiate in modo naturale. I momenti di dolore che tanto temevo non ci sono stati. Si è messa a fare leva sulle articolazioni usando tutte la sua forze, mi ha fatto scrocchiare le vertebre, ha tirato ginocchia e gomiti, ma sempre tenendo sotto controllo le mie reazioni e ricalibrandosi continuamente. Ha seguito il mio respiro nei movimenti e credo di essere entrato in uno strano stato mentale, quasi di trance. Quando mi ha detto che avevamo finito quasi non ci credevo; avevo infatti perso la cognizione del tempo, non avrei saputo dire se il massaggio era iniziato 10 minuti prima, o mezz'ora, o un'ora, o dieci ore…

Per riprendermi dallo stato confusionale mi ha riportato nella stanza precedente, dove le altre assistenti mi hanno offerto the piccante allo zenzero e un dolce tipico thailandese buonissimo: lo sticky rice con mango. Una pallina di riso dolce e appiccicoso, servita con mezzo mango fresco completamente maturo e sugoso. Poi, cambio di vestiti, scarpe, e via, nel caldo infernale. Purtroppo non ho fotografie né della spa, né del massaggio. Rimando comunque al loro sito per farsi un'idea.

I miei compagni di cammino.

La giornata si è conclusa presso la sede di Pooh eco-trekking, dove era prevista la riunione pre-trekking. Le guide saranno Eki, il Justin Bibier della Thailandia, e Tee, un tipo che parla un ottimo inglese e che sprigiona simpatia ed esperienza. I compagni di cammino sono quattro amici e compagni di studi alla scuola per fisioterapisti. Sono francesi, fra i 25 e i 27 anni, il loro inglese è particolarmente debole ma sono molto simpatici. Non ho ancora imparato i nomi, comunque: una (quella a destra nella foto) è una fanatica assoluta del Giappone; il suo moroso (con la barba) è un po' silenzioso ma sembra comunque un tipo simpatico. Anche gli altri due sono una coppia: lei sorride sempre ma fa più fatica degli altri con l'inglese, lui è molto bravo a cantare, afferra una chitarra e improvvisa un concerto in basco. Domattina presto partiremo per la giungla selvaggia e, come già dicevo ieri, credo riuscirò ad aggiornare il blog solo al mio ritorno.

Recensioni scritte sui muri di Pooh eco-trekking.

Altre recensioni...

Altare votivo installato vicino alla porta della mia stanza. Che sia Pertini?

 

In giro per Chiang Mai, Thailandia

Venerdì 29 marzo 2013. In viaggio: giorno 29. In Thailandia: giorno 4.

E così, dopo una giornata come quella di ieri, caratterizzata da 13 infinite ore di treno, ho potuto dedicare tutto il giorno a visitare Chiang Mai e a fare piani finalmente dettagliati per i prossimi giorni.

Chiang Mai

Come scritto nella guida, c'è veramente un tempio ad ogni incrocio. Diciamo che, fra una cosa e l'altra, comincio ad averne visti un po' troppi per apprezzare pienamente, ma sicuramente alcuni meritano l'attenzione dei turisti, oltre che degli onnipresenti fedeli.

Essendo diverse centinaia di chilometri a nord di Bangkok, la temperatura comincia ad essere più sopportabile, comunque quasi sempre sopra i 30°C. Non si vedono ancora le montagne, ma non sono poi molto distanti (un paio d'ore d'auto). La parte vecchia e interessante della città è delimitata da un quadrato di un paio di chilometri di lato all'interno del quale c'è meno traffico e si può camminare agevolmente. Oltre ai numerosissimi templi, si distinguono i palazzi amministrativi e le scuole. Interessante l'usanza di appendere all'esterno, visibili a tutti, enormi gigantografie raffiguranti gli studenti più bravi. Stessa cosa per i palazzi, con la differenza che le gigantografie sono tutte dedicate al re, talvolta in compagnia della consorte (vedi foto).

Long live the King

Cibo sempre spettacolare, sia per l'occhio, sia per gusto e profumi (vedi foto). A quanto pare è difficile sbagliare ristorante da queste parti. Il prossimo passo sarà quello di buttarmi sul cibo da strada. Ha un aspetto fantastico, anche se mi resta un po' di paura dal punto di vista igienico. Ho visto cose…

Tortini di gamberi con salsa piccante al tamarindo. Poi fantastico curry di pesce e gamberi servito in noce di cocco fresca. Il tutto, compresa birra da 66cl e bibita/dessert con guava, lime e yogurt, per poco più di 11 euro.

Piani per il futuro

Ci sono ancora elementi mobili quindi, per non fare troppa confusione, eviterò di pubblicare i dettagli più fini e incerti.

Per prima cosa, ho trovato l'agenzia ideale per fare il trekking che avevo in mente. Si chiama Pooh eco-trekking e si distingue nettamente rispetto a tutte le altre che ho visitato. Non propone le solite rotte super-collaudate per turisti (con poco cammino e tanti eventi tipo villaggio turistico), ma adotta una filosofia che mi è sembrata sulle stesse lunghezze d'onda della Compagnia dei Cammini. Ecco lo slogan:

Leave nothing but footprints,

Take nothing but pictures,

Kill nothing but time.

Vedremo se manterranno le promesse.

Ho scelto il loro trekking più lungo, quello da tre giorni, in una zona particolarmente remota vicinissima al confine con il Myanmar. Ho già conosciuto la guida, un ragazzo un po' bizzarro che ama farsi passare per un sosia di Justin Bibier (non ho ben presente l'originale, ma dubito ci sia una qualche somiglianza)… Domani sera incontrerò gli altri 4 partecipanti e domenica mattina partiremo all'avventura. Dubito che nella giungla avremo la connessione a internet, quindi per alcuni giorni sarò sicuramente offline. Maggiori dettagli sul loro sito.

Secondo punto. Sono nella capitale mondiale del massaggio tradizionale thailandese. Ho frugato le recensioni di tripadvisor, fino a trovare il posto con i migliori massaggi della città, almeno fra quelli facilmente accessibili. Si chiama Cheeva Spa, costa quasi il triplo della media, ma la qualità dovrebbe essere di livello superiore. Visto che, a parte la parentesi del barbiere folle di Pokhara, è la prima volta che mi faccio massaggiare, mi sembra giusto provare il meglio. Domani mattina passeranno a prendermi direttamente in albergo e proverò la formula Lanna Healing Package, con 60 minuti di massaggio tradizionale, 30 minuti di massaggio schiena, spalle, testa, e 30 minuti di Thai Herbal Hot Compress Massage. Il tutto per circa 37 euro. Speriamo bene.

Terzo punto. In teoria non mi dovrebbe interessare granché, ma ho deciso di iscrivermi a un corso di cucina thailandese. I migliori corsi sono proprio qui a Chiang Mai e prevedono una sessione intensiva, dalle 9 del mattino alle 15. Si inizia col fare la spesa al mercato insieme allo chef, per poi cucinare un pasto completo da 6 portate. Poi si sbafa tutto, si fa un riposino, infine si viene riaccompagnati in albergo. Prima di andare a dormire questa sera voglio completare la pronotazione.

Quarto punto. Un punto dolente… Calendario alla mano, ho fatto i miei conti e ho capito che non avrò il tempo né per il Laos, né per la Cambogia. Avrei potuto sacrificare il soggiorno sull'isoletta, ma già così ci resterò solo tre giorni. Poco male, la Thailandia per ora mi sembra un posto eccezionale, vorrà dire che dovrò tornare da queste parti in futuro per visitare anche i paesi confinanti.

Incontri

Durante il viaggio in treno ho conosciuto una persona particolare, che presenta un bell'esempio di prendere in mano la propria vita. Si tratta di Kris, giovane ragazza canadese, di origine cinese (ormai di terza generazione), molto brillante, dalla parlantina rapidissima e decisa.

Dopo studi di altro genere, per curiosità si è avvicinata al massaggio tradizionale thailandese. Ha seguito un corso, poi ha trovato (in Canada) un maestro, fino a diventare molto brava. Ora ha deciso di trasformare questa passione in lavoro. Partita da casa 3 giorni fa, ora è diretta proprio qui a Chiang Mai, dove si fermerà per un periodo indefinito, minimo minimo tre mesi, ma non si pone limiti. Seguirà alcune scuole di massaggio, tanto per avere una certificazione ufficiale, ma in realtà cercherà e seguirà un maestro, come si faceva una volta. Nel frattempo insegue anche un altro sogno: andare a vivere a Barbados, dove il suo fidanzato sta cercando di aprire una nuova azienda. Tutto questo, partire per la Thailandia, cercare un maestro, pianificare a lungo termine il cambio di attività e di vita a Barbados, deciso così, dal nulla, nel corso di una serata in compagnia, qualche giorno prima di capodanno.

 

In giro per Bangkok

Mercoledì 27 marzo 2013. In viaggio: giorno 27. In Thailandia: giorno 2.

Oltre a visitare i classici luoghi da turista, ho attraversato a piedi praticamente tutta Bangkok, compresi angoli dove di turisti ne passano ben pochi.

Ho girato Chinatown senza mappa, usando solo la bussola per la direzione generale. Un labirinto di negozietti, ambulanti, cibo da strada, migliaia di cinesi stretti stretti, motorini e biciclette stracariche di merci che sgusciano fra la folla: un caos indescrivibile. Ho passato la zona delle scarpe, con centinaia di negozi tutti uguali che vendono… scarpe. Poco più in là, la via delle stoffe. Poi quella dell'elettronica (soprattutto autoradio e altoparlanti), quella degli orafi, quella dei giocattoli, quella dei meccanici, infine quella che cercavo: la via dei calzini. Decine di negozi che vendono solo ed esclusivamente calzini, di tutti i tipi e di tutte le misure. Ne cercavo un paio di leggeri, in alternativi ai pesantissimi calzini da trekking. Dopo breve contrattazione a gesti e con l'aiuto di carta e penna, siamo arrivati all'accordo. Poco meno di 5 euro per un paio di calzini molto simili a quelli che solitamente uso per correre. Beh, mi sbagliavo. La tipa del negozio mi mette un mano uno scatolone… Per quella cifra ho comprato una partita da 12 paia! Non ho battuto ciglio e come niente fosse ho riempito lo zainetto di calzini. Nel corso del pomeriggio li ho regalati quasi tutti ad altri turisti incontrati per caso: piuttosto divertente notare le loro espressioni, prima sospettose, quasi scocciate, poi divertite e riconoscenti…

Fattore protezione 130!

Mi ha colpito la pubblicità della crema solare. Da noi si usano fattori di protezione relativamente bassi, con in bella evidenza la scritta “abbronzante“. Qui a Bangkok, tutto il contrario. Fattori di protezione esagerati (vedi foto) e parola chiave “sbiancante“. Evidentemente la pelle bianca è considerata segno di bellezza. Lo stesso accade per esempio anche in Cina e in Nepal. Mi diceva Suraj che in Nepal chi ha la pelle molto scura (per l'abbronzatura o per genetica) viene addirittura disprezzato ed emarginato. Sempre a proposito di pubblicità, potrei sbagliarmi, ma ho l'impressione che il canone di bellezza ideale per la donna preveda sopracciglia folte e ben definite (vedi foto). Mah, magari mi sto confondendo…

Come avvertivano i libri guida, sono stato avvicinato diverse volte da guidatori di tuk-tuk truffaldini. Forte della mia decisione di muovermi sempre a piedi, li ho potuti evitare facilmente, anche se alcuni sono stati molto, troppo insistenti. Sulla via del ritorno ho anche voluto provare un giro in barca sul fiume. Sembra di essere a Venezia, con decine e decine di barche piccole e grandi che trasportano merci e persone da una sponda all'altra. Anche qui ho evitato la trappola per turisti, prendendo il traghetto standard per gente comune: 15 centesimi per quasi mezz'ora di navigazione. Il giro turistico sarebbe costato circa 8 euro, su barca più grande zeppa di occidentali con macchina fotografica.

Visitando il Wat Phra Kaeo.

Dettaglio di un dipinto murale a Wat Phra Kaeo. Alto circa 2m, l'intero dipinto sarà lungo almeno 300m.

Fantastiche bibite per riprendersi dalla calura: succo di Longan e noce di cocco fresca.

Domani mattina presto partirò per il nord del paese, verso Chiang Mai. Oltre 750km per 12 ore di treno: 16 euro per un posto in seconda classe con aria condizionata. La terza classe sarebbe stata molto più economica, ma senza aria condizionata… Mi fermerò lì un giorno intero, per poi spostarmi a Pai, sulle montagne, dove conto di fare qualche giorno di trekking. Ho anche deciso dove concludere il mio soggiorno thailandese: sull'isola di Ko Chang, dove mi prenderò qualche giorno di relax in spiaggia. Il periodo fra la fine del trekking e l'inizio della spiaggia resta invece un grosso punto di domanda…

Cibo di emergenza per domani, nel caso non ci fosse la carrozza ristorante.

Errori Windows sulla metro di Bangkok.

Ancora sul Nepal

Segnalo che Serena di Cambio Rotta, la ragazza italiana conosciuta prima virtualmente grazie a Il Cammino, poi dal vivo lungo l'Annapurna Circuit, sta pubblicando a puntate il suo diario nepalese. Un bellissima lettura, grazie Serena!

La continuazione, prossimamente direttamente sul suo blog Cambio rotta.

 

Seconda tappa: Bangkok, Thailandia

Martedì 26 marzo 2013. In Viaggio: giorno 26. In Thailandia: giorno 1.

E così, dopo un viaggio aereo senza particolari complicazioni, eccomi arrivato in Thailandia. Mi aspettavo una situazione caotica simile a quella di Kathmandu e invece, per quel che ho potuto vedere finora, Bangkok è una classica capitale megalopoli moderna. Potrebbe tranquillamente confondersi con New York, o con Shanghai, o con Hong Kong. Ovviamente, come ciascuna di queste città, anche Bangkok ha le sue caratteristiche peculiari, ma è facile sentirsi a proprio agio nel girare per le vie, anche di notte, anche a piedi.

Non mi interessa fare una cronaca minuto per minuto; mi limiterò quindi agli aspetti, talvolta anche secondari, che più hanno colpito la mia attenzione.

Punto primo, il cibo. A pranzo e a cena ho scelto localini del tutto a caso nei pressi dell'albergo, trovando una qualità eccellente. Presentazione dei piatti brillante, con sapori / profumi complessi, inusuali, e molto piacevoli. La zuppa che si vede in fotografia mi ha pure stupito per l'estrema piccantezza (ho fatto fatica a finirla). E pensare che nel menù erano altre le zuppe indicate come “pericolose”… Mi sa che nel corso delle prossime settimane ci sarà da divertirsi dal punto di vista capsico (vero Romina?). Purtroppo i prezzi, pur restando molto più convenienti di quelli italiani, non sono più stracciati come quelli nepalesi. Può darsi comunque che uscendo dalla capitale le cose migliorino.

A proposito di albergo, ieri da Kathmandu ho prenotato per due notti, sfruttando le recensioni dell'ottimo booking.com. E' il DS67 Suites ed è un po' fuori mano, nella parte più a sud-est del quartiere Sukhumvit. Ha però il grande vantaggio di trovarsi a meno di un minuto a piedi da una stazione dello sky train (una specie di metropolitana sopraelevata), rendendo immediatamente raggiungibile ogni punto rilevante della città. La stanza è piccola, ma estremamente pulita, arredata con gusto, e dotata di tutte le comodità, compresa l'utilissima aria condizionata (37°C oggi a Bangkok). I gestori – credo siano tre sorelle – sono gentilissimi e appena entrato mi hanno offerto un ottimo the verde ghiacciato. L'elettricità finalmente non è razionata e ho così potuto rapidamente ricaricare tutti i miei gadget tecnologici. Prezzo, circa 30 euro a notte, colazione compresa.

Avendo passato la notte praticamente in bianco a causa del viaggio, forse sarebbe stato saggio fare una dormitina nel pomeriggio… invece mi sono fatto un passeggiatone, di quelli che piacciono a me: a casaccio, senza metà e senza limiti di tempo. Dopo un paio d'ore di cammino sotto il sole cocente sono passato casualmente davanti al Lumpinee Boxing Stadium, il tempio dell'arte marziale thailandese chiamata Muay Thai. L'unico giorno infrasettimanale durante il quale ci sono incontri ufficiali è proprio il martedì e quando sono arrivato, verso le 18:30, stavano giusto per iniziare le danze. Non mi interessa molto questo genere di sport, ma ho comunque colto l'occasione e sono entrato. Purtroppo il biglietto è razzista: se sei thailandese paghi circa 6 euro, altrimenti paghi da 25 euro in su. Col biglietto di terza classe mi sono trovato immerso in una bolgia di thailandesi urlanti (pagando di più sarei finito nella zona solo per turisti, vicino al ring): oltre ad amare il Muay Thai, i locali si dilettano con immensa passione nelle scommesse, gesticolando e tifando con grande concitazione durante i momenti topici degli incontri. Erano in programma 11 incontri, ciascuno di 5 round, con i campioni veri dal nono in poi. Purtroppo non ho resistito tanto e a metà del sesto incontro ho tagliato la corda. Comunque uno spettacolo, sono contento di avere potuto assistere ad uno spaccato vero di vita thailandese.

Preghiera prima dell'incontro.

Pubblico di scommettitori accaniti e accalorati.

Il programma per i prossimi giorni è ancora piuttosto vago, ma entro domani sera conto di avere le idee più chiare. Domattina visiterò le attrazioni principali di Bangkok, principalmente templi e la città vecchia. Poi farò il giro della stazione ferroviaria e delle stazioni degli autobus per capire come muovermi nei giorni successivi. L'ipotesi che più mi convince per ora è quella di spostarmi nel nord del paese, per poi entrare in Laos. A dir la verità il caldo un po' mi preoccupa: mentre negli alberghi della capitale l'aria condizionata è praticamente cosa ovvia, nei paesini e sugli autobus interurbani temo sia del tutto inesistente… sarà dura!