Giorno 6, domenica 22 aprile, Artieda – Sangüesa

Come temevo ieri, ci sono stati concerti a ripetizione, con virtuosismi degni di nota. La coppia di anziani tedeschi e l’altrettanto anziana signora che avevo visto in difficoltà durante la tappa si sono ritrovati e siamo finiti insieme in stanza da quattro. A cena si scherzava sui russatori e i miei compagni di stanza si vantavano di essere quasi sordi; in particolare la signora non sente assolutamente nulla senza apparecchio acustico. In compenso tutti e tre sono dei professionisti. Durante la notte sembrava facessero apposta a darsi il cambio e a tessere elaborate melodie polifoniche. Il virtuosismo più significativo deve essere riconosciuto alla signora completamente sorda: russata standard, periodo casuale di silenzio da 5 a 15 secondi (tanto per risultare imprevedibile), e URLO finale a tutta voce, spesso sincronizzato con la russata degli altri due. Ovviamente oggi li ho persi, ma una coppia padre-figlio israeliani che ho conosciuto in un punto di ristoro mi ha messo in guardia da un temibile signore giapponese che pare adotti lo stesso schema della signora, con tanto di silenzio di durata casuale e urlo samurai conclusivo! Appena arrivato in ostello a Sangüesa ho subito notato un signore giapponese sospetto a meno di un metro dal mio letto. Sarà lo stesso? Mmm, temo proprio di sì. Forse dovrei seguire il consiglio degli israeliani e comprare i tappi…

La tappa di oggi è stata piuttosto lunga (32.5km) e ho voluto provare a farla quasi senza pause e di buon passo, per valutare le mie reazioni e decidere se domani fare una tappa standard come da libro o tentare il tappone da 42km che mi porterebbe a Tiebas, dove c’è un ostello che si narra disponga di lavatrice e asciugatrice (ne avrei bisogno).

Il primo tratto fino a Ruesta è bellissimo, con passaggi nel bosco, silenzio totale e la costante impressione di essere osservati da qualche animale nascosto. In questi primi 10km ho raggiunto e salutato definitivamente i compagni di ostello di ieri… è strano sapere che non li vedrò più.

Ruesta è un paese impressionante. Non ne conosco la storia, ma è completamente in rovina, come se fosse stato abbandonato da tutti gli abitanti contemporaneamente un secolo fa. Tetti crollati, muri a pezzi, le rovine dell’antica fortezza del X secolo si confondono con il resto del villaggio, come fossero tutt’uno. In mezzo a tutto questo sfascio, l’unico abitante è il gestore dell’unico edificio agibile, l’ostello per pellegrini del paese. Dev’essere un’esperienza non da poco passare una notte nel borgo fantasma.

Dopo Ruesta, lo spauracchio dei pellegrini (almeno dai discorsi di ieri sera): una “terribile” salitona di 7km, con un dislivello di 350m. Su strada sterrata molto agevole, non è ovviamente nulla di che e si supera di slancio. La discesa verso Undués de Lerda è davvero suggestiva, con campi verdi, colline ondulate, distanti montagne. Questo genere di paesaggio resterà poi una (piacevole) costante per tutta la tappa, nonostante il cambio di regione.

Ho infatti superato il confine fra Aragona e Navarra. L’unico cambiamento visibile è lo stile della segnaletica: non ci sono più infatti i paletti che indicano quanti km mancano a Santiago. Accidenti! E io che speravo di immortalarli ogni 100km.

Come suggeritomi prima di partire (vero Paul?), ho anche fatto un discutibile autoritratto del pellegrino moderno. Spero non risulti troppo spaventoso. Ho fatto anche un altro tentativo con l’autoscatto, ma nella corsa necessaria per mettermi in posa plastica entro 10 secondi mi sono quasi infortunato un ginocchio. Un po’ di spavento, ma camminandoci sopra per una decina di minuti è passato tutto. Per ora abbandono l’idea di cedere alla vanità e produrre un autoritratto decente del pellegrino in cammino.

Ora cena, e ricerca affannosa della farmacia di turno: devo procurami gli strumenti per affrontare la minaccia nipponica!

5 thoughts on “Giorno 6, domenica 22 aprile, Artieda – Sangüesa

  1. gli anni per rifugi non sono bastati quale “allenamento” per i veri professionisti dell’ars russatoria… in bocca al lupo, sia per la cerca dei tappi che per la prossima tappa.
    Buon viaggio.

  2. Ciao….interessante resoconto no stop. Sembra sia piu’ impegnativo affrontare la notte che i km del giorno… In bocca al lupo!

  3. Ciao! Dall’autoscatto ti vediamo in forma! Non hai parlato di vesciche….ancora tutto ok?! Grandissimo! Ah… la bici è una meraviglia 😛

  4. Ciao zio qui molto freddo come da te forse, hai dormito bene con i giapponesi? Da giorgia.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *