Valanga sul Salkantay

Lunedì 3 giugno 2013. In viaggio: giorno 96. In Perù: giorno 5. A piedi: giorno 29.

Salkantay Trek: giorno 1, da Soraypampa (3700m) a Huayracmachay (3800m), via Salkantay Pass (4600m).

All'improvviso, un rombo da far tremare la terra. Guardiamo tutti nella direzione della montagna, ma è nascosta nella nebbia. Capiamo comunque che si tratta di una grossa valanga, partita poco sotto alla cima del Salkantay (6270m). Il frastuono aumenta e, vicino alla base della montagna, la vediamo arrivare. Sembra un'enorme nuvola bianca che cade, si gonfia, risale, per poi fermarsi lentamente. Fortunatamente abbiamo assistito a questo spettacolo della natura da posizione completamente sicura, poco dopo aver superato il punto più alto di tutto il cammino, il Salkantay Pass (4629m).

La giornata è iniziata prestissimo, appuntamento alle 4:30 davanti all'ostello a Cusco. Poi, dopo aver raccolto gli altri compagni d'avventura, tre ore e mezza su strade secondarie fino a Soraypampa (3700m), una località fino a pochi anni fa dedicata alla coltivazione delle patate che oggi è solo il punto di partenza del Salkantay Trek, con tanto di lodge di lusso per turisti viziati.

Da sinistra, Zeno, Celine, Hendrik, Anna, io, Steffi.

Siamo sei camminatori, una guida, uno chef, un aiuto cuoco, due addetti ai cavalli, e cinque cavalli che trasporteranno tutti i materiali per allestire i vari campi. La prima impressione è subito positiva, nonostante l'alzataccia si chiacchiera piacevolemente e il classico rito delle domande “da dove vieni?“, “come viaggi?” riserva alcune sorprese. Ci sono Anna e Hendrik, una giovane coppia di tedeschi che… sta facendo il giro del mondo in sei mesi, seguendo a grandi linee il mio stesso itinerario. Ci sono alcune differenze, ma grosso modo stiamo vivendo la stessa esperienza. C'è poi Steffi, sempre sorridente, anche lei tedesca, che, a qualche anno dalla laurea, ha deciso di prendersi cinque mesi per girare da sola il Sud America. Ora è verso la fine del viaggio e tornerà in Germania fra un paio di settimane. Gli altri due compagni d'avventura, Zeno e Celine, sono una bella coppia di scozzesi che sta facendo una vacanza di alcune settimane in Perù. Lei è in realtà francese, ma ormai da molti anni vivono insieme a Edinburgo.

Sabino, la nostra guida.

Sabino è la nostra guida. Dieci anni d'esperienza, inglese di buon livello, è sempre pronto alla battuta, senza però mai perdere il polso della situazione. Non è solo una guida, ma è anche un appassionato di montagna, tanto che solo pochi giorni fa ha tentato in compagnia di amici la risalita del ghiacciaio del Salkantay, arrivando fino a 5600m. Spassose le sue imitazioni del modo di camminare dei vari paesi (giapponesi, tedeschi, francesi, italiani…).

Chef e aiuto cuoco ci stupiscono con una colazione volante sul prato dove inizieremo a camminare. Sei sedie e un tavolo perfettamente imbandito, sei bacinelle di acqua calda per lavarci le mani, con relativi asciugamani numerati. Colazione abbondante che non ha nulla da invidiare a quella di un albergo. Ottimo inizio.

Il percorso di oggi non presenta alcuna difficoltà tecnica, ma risulta impegnativo per l'altitudine. Partenza a 3700 metri, le prime ore risaliamo la valle formata da due importanti massicci. Quello dell'Umantay (5910m) a sinistra, e quello del Salkantay (6270m) a destra. Le due cime, illuminate da un bel sole, accompagnano i nostri primi passi. Respirare a queste quote costa fatica, ma procediamo tutti più o meno speditamente, senza risentirne troppo.

Verso ora di pranzo il tempo purtroppo cambia. Siamo a 4200m di quota, il sole si nasconde, la temperatura precipita e comincia a cadere qualche sparuto fiocco di neve. Nulla di preoccupante, ma è un sollievo entrare nella tenda/cucina. Molto grande, è divisa in due: da una parte il nostro tavolo già apparecchiato, dall'altra fornelli e cuochi che preparano un pranzo come si deve. Zuppa di mais per iniziare, poi una serie di piatti salutari e sostanziosi: verdure miste, filetto di trota, riso, gran piatto di avocado, e molto altro. Vista la quota e le condizioni della cucina, siamo rimasti tutti stupiti dalla qualità e dalla varietà dei cibi.

La salita verso il passo è ripida, ma nel giro di poco arriviamo in cima, contenti nonostante la visibilità sia un po' limitata dalla nebbia. Dopo l'impressionante evento della valanga abbiamo iniziato la lunga discesa fino ai 3800m del campo allestito per la prima notte. Ho una bella tenda da 4 persone tutta per me, con un materassino morbido, cuscino, e coperta aggiuntiva in caso di bisogno. Ottima organizzazione.

Ora sono nella tenda/cucina, con i cuochi che lavorano a tutto spiano e i compagni d'avventura che si rilassano dopo una giornata così intensa.

 

2 thoughts on “Valanga sul Salkantay

  1. Urca, il filetto di trota pure da quelle parti??? e con tutto quel mais io temerei che mi venisse servita a tradimento una polentina, non so perché ^^

    Trovo infinitamente giusto che dopo che hai scorrazzato su spiagge tropicali mentre io stavo a Trento a soffrire il freddo fino alla fine di maggio, ora la situazione si sia ribaltata.
    Ti saluto da quota zero, in riva al mare, temperatura piacevolmente estiva, caldo ma non troppo.
    prrrrr ;-P !

    • Ciao Romina, fra pochi giorni anch’io mi arrostirò nel bel mezzo dell’estate europea. Un saluto da Lima

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