Bambù, bambù, bambù

Camp Sild

Lunedì 1 aprile 2013. In viaggio: giorno 32. In Thailandia: giorno 7. A piedi: giorno 18.

Pooh trek: giorno 2.

Ho scoperto una verità profonda. Lo stuoino che solitamente uso quando dormo per terra è d'importanza fondamentale. Questa notte ho dormito senza, direttamente sul pavimento di legno, insieme agli altri compagni, stretti stretti sotto la zanzariera. Ho dovuto cambiare posizione ogni 10 minuti, rigirandomi di continuo per il dolore ai punti di contatto. Ora ho dei bei lividi sulle anche, sulle ginocchia e sulle caviglie. Stupefacente che comunque sia riuscito a dormire discretamente bene.

La mattina il cammino è su terreno molto facile, prevalentemente in discesa, passando da un altro villaggio più importante dotato di scuola. Peccato che i bambini siano in vacanza, come sempre durante la stagione calda. A proposito di caldo, la temperatura si sta alzando progressivamente, ormai siamo sui 40°C nelle ore centrali, e le previsioni parlano di picco mortale verso il 5 di aprile (pare che nel centro-sud del paese si arriverà intorno ai 45°C).

A ora di pranzo raggiungiamo il fiume, dove possiamo fare finalmente un bel bagno con idromassaggio (i.e. cascatelle).

Il pomeriggio inizia subito a farsi più duro. Il programma prevede infatti di risalire il fiume fino ad arrivare a Camp Sild, una capanna isolata nel mezzo della giungla, costruita e gestita dalle guide di Pooh. Non c'è sentiero. A volte si costeggia il fiume, a volte lo si attraversa, con l'acqua che arriva alle ginocchia. Dopo innumerevoli attraversamenti abbiamo avvistato una donna intenta a catturare girini, l'ingrediente principale del Taa Poo, uno dei piatti tipici e unici della zona. Ieri sera l'ho provato, trovando però un sapore di pesce fermentato troppo forte per i miei gusti.

A caccia di girini.

A Camp Sild passiamo il tempo fra bagni nel fiume, preparativi per la cena, e partitoni a carte. Gli amici francesi mi hanno insegnato un nuovo gioco. Non so scrivere il nome, ma non appena avrò una connessione a internet vedrò di recuperarlo. Si chiama Trou du Cul, nome molto evocativo, che però in italiano è stato tradotto semplicemente come Presidente. La cena è estremamente interessante, pesantemente basata sull'uso del bambù. Grazie all'aiuto di Nook, il padrone di casa di ieri, che oggi affianca Aek come aiuto-guida, abbiamo a disposizione alcuni pezzi di bambù di dimensioni assortite. Con colpi di coltello ben assestati ne ricaviamo bicchieri, posate, piatti e, sorprendentemente, i forni dove cuocere il riso per la cena e le uova per la colazione. Per il riso, si ritaglia una finestrella, si inserisce riso e acqua, si bagna la superficie esterna e… si mette direttamente sul fuoco sino a cottura ultimata. Buonissimo.

Cottura del riso con forno di bambù.

Spiedino di peperoncini (usati poi per il curry piccante).

Anche la prossima notte sarà spartana. Pavimento di legno, stessa zanzariera troppo piccola per cinque persone, e niente acqua corrente. Per fortuna il fiume passa a pochi metri dall'ingresso della capanna e le sue acque sembrano abbastanza limpide anche per bere, per lo meno dopo aver aggiunto la pillolina purificatrice.

Bellissima farfalla che si mimetizza da foglia.

Uno dei tantissimi ragni che camminano a pelo d'acqua.

 

One thought on “Bambù, bambù, bambù

  1. Urca, ti sei mangiato la zuppa di girini, burp!!
    Almeno, quando arriverai in Australia, il filetto di coccodrillo ti sembrerà un piatto da nouvelle cuisine … ^_^

Leave a Reply to romina Cancel reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *