La piccola Lhasa, da Kagbeni a Marpha

Venerdì 15 marzo 2013. In viaggio: giorno 15. In Nepal: giorno 14. A piedi: giorno 11.

Annapurna Circuit: giorno 11. Da Kagbeni (2800m) a Marpha (2670m).

Dopo la preoccupante pioggia di ieri ci svegliamo, come sempre, con cielo terso e sole splendente. Poco sopra Kagbeni però c'è una bella spruzzata di neve fresca (vedi foto).

Considerazione generale. Ha ragione la Lonely Planet a dividere l'Annapurna Circuit in due parti distinte e indipendenti. L'atmosfera dopo Muktinath è completamente differente, da molti punti di vista: etnie, tipologia di villaggi, difficoltà di cammino, ambiente in generale. Molti dicono che dopo aver scavalcato il passo Thorung La il resto non abbia più senso, ma non sono d'accordo. E' come cominciare da zero un nuovo cammino, una nuova esperienza. E' come fare due trekking in uno. E questo aggiunge enorme valore all'Annapurna Circuit nel suo complesso: un trekking completo, molto vario, che copre tutte le zone climatiche possibili, da quella tropicale, a quella artica. Forse in passato, tipo dieci o quindici anni fa, sarebbe stato ancora meglio, ma non mi posso certo lamentare.

La tappa di oggi segue un placido fiume che nell'attuale versione invernale è poco più di un torrentello. Il letto larghissimo lascia però immaginare cosa possa succedere durante la stagione delle piogge. Il sentiero passa subito a fianco del fiume, talvolta sulla strada (poco frequentata), talvolta lungo facili scorciatoie. Da Kagbeni a Marpha, poco meno di quattro ore rilassanti, sullo stile del cammino di Santiago, cioè: difficoltà zero.

La novità del giorno però riguarda Suraj. Questa notte è stato male, esattamente secondo le mie stesse modalità dei primi giorni. Sospetta intossicazione alimentare, strano sia capitato anche a lui. Spero che anche per lui il decorso sia rapido. Anche se indebolito, la tappa facile e le sue ampie risorse non lo hanno impedito minimamente. Sempre sullo stesso tema, oggi per la prima volta abbiamo trovato un ristorante che serve anche yogurt (di bufala). Ora posso dirmi completamente ristabilito.

Marpha, la piccola Lhasa: case e monastero buddista.

Due parole merita il villaggio di Marpha, detto anche la piccola Lhasa. Il richiamo alla capitale del Tibet riguarda un po' tutto: la gente, le case bianche con tetti piatti e depositi di legna, il monastero buddista, i viottoli intricati, i campi coltivati e ben tenuti nei dintorni. Non ho mai visto Lhasa di persona, ma immagino la somiglianza sia notevole…

Viuzze di Marpha, la piccola Lhasa

Ieri sera e questo pomeriggio siamo stati in compagnia di Young, una simpaticissima signora giapponese che prima di andare in pensione insegnava teologia all'università. In realtà è coreana, ma da giovanissima ha sposato un giapponese. Ora che il marito non c'è più, è diventata una viaggiatrice / camminatrice incallita. Nel corso degli ultimi 10 anni ha visitato più di 130 paesi, trovando occasione di camminare un po' dappertutto. Ad esempio, ha percorso il Cammino di Santiago di Compostela e fra un mesetto ne camminerà un'altra variante (Cammino del Norte). Ci siamo ovviamente confrontati sui nostri piani e sulle nostre esperienze. Mi ha sconsigliato il cammino degli 88 tempi sull'isola di Shikoku, troppo asfalto e troppe auto sfreccianti. Invece mi ha caldamente suggerito il Kumano Kodo, percorso di 600km molto più simile al Cammino di Santiago. Ecco un'interessante parola chiave da usare non appena avrò una buona connessione internet. Più avanti, quando avrò un po' di tempo, raccoglierò in un'apposita pagina i suggerimenti degli amici di cammino: ormai ho ricevuto buone dritte su Thailandia, Australia, Nuova Zelanda, Perù e Giappone.

Young a Marpha.

Casetta (molto) pericolante a Marpha.

 

 

12 thoughts on “La piccola Lhasa, da Kagbeni a Marpha

  1. E’ molto bello seguire il tuo percorso in tempo reale, molto più avvincente che leggere su un libro un resoconto di viaggio…ci fai sentire un pò parte della tua spedizione. Per te questa esperienza risulta non solo un cammino attraverso luoghi attraenti, ma occasione di incontri umani, conoscenze di etnie, scambi culturali e scoperta di tradizioni diverse…buon proseguimento! Marta

  2. Ecco, ecco! Lo sapevo che prima o poi avresti trovato i giappi! 😀
    Hai sfoggiato il tuo hajmemashite?

    Il cammino degli 88 templi asfaltato e trafficato? Ma la tizia dell’ebook non diceva che era selvaggio e con i cinghiali? Uhm… Mo’ mi documento su Kumano Kodo…

    • eheh, ce n’è a bizzeffe di giappi.
      il cammino degli 88 templi è lunghissimo e ci sono sia tratti selvaggi, sia asfaltati. Purtroppo i tratti su asfalto sono particolarmente brutti, almeno pare…

  3. Articolo un po’ “sensazionalistico”, ma è bello leggere della tua avventura al bar di FBK!

  4. E arrivano anche i commenti carini dei soliti perditempo che scrivono di cose e persone che non conoscono … bah

  5. Non avevo capito che facevi anche un blog… anche se pure me lo potevo aspettare. Ti sapevo in viaggio, ma pensavo altrove. Quando ho letto l’articolo su l’Adige sono venuto qui a dare un’occhiata. Bello e con tutte le cartine precise come piace a me… eh eh. Io ti aspetto lungo il percorso: sono già in Cile!

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