I primi passi, da Bhulbhule a Chamje

Martedì 5 marzo 2013. Viaggio: giorno 5. In Nepal: giorno 4. A piedi: giorno 1.

Annapurna Circuit: giorno 1. Da Bhulbhule (840m) a Chamje (o Chyamche) (1430m).

Allora, siamo partiti! Sei ore di facile cammino, per lo più su strada polverosa, con molti tratti pianeggianti e alcune salitelle. Risaliamo lentamente il fiume, attraversando alcuni paesini che stanno vivendo una fase delicata della loro esistenza. La strada infatti è una cosa nuova che sta avendo un forte impatto sulla popolazione, nel bene e nel male. Li avvicina di moltissimo al resto del paese, da tutti i punti di vista, ma cambia drasticamente il paesaggio e con ogni probabilità sempre meno gente percorrerà l'Annapurna Circuit in futuro, ponendo fine a tutta l'economia che genera / generava. Poco prima di arrivare a destinazione ho potuto apprezzare un breve tratto dove la strada non si è ancora sostituita all'antico sentiero e… beh, una differenza enorme.

A detta di Suraj abbiamo tenuto un buon passo, senz'altro adeguato per portare a termine il cammino senza arrivare al limite delle mie risorse energetiche. Meglio così, speriamo non si sbagli!

Ho visto i portatori e, soprattutto, i pesi che trasportano. Una cosa impressionante (vedi foto). Ogni tanto si fermano anche loro a riposare, ma di norma cercano di arrivare il prima possibile, per minimizzare il tempo passato con l'immane carico sulle spalle. Ho anche incontrato una grosso gruppo, probabilmente di ritorno da un trekking più impegnativo sul Manaslu. E' stato bello vedere quanto fossero contenti di finire, scherzavano, ridevano, ululavano, sempre con i loro 25 / 30 kg sulle spalle.

A pranzo ho anche imparato a mangiare come un nepalese, sotto gli occhi divertiti di Suraj e degli altri commensali. Niente posate: si versa il dal sul bhat, lo si mescola con le dita fino a farne delle belle palline e poi si porta alla bocca, sempre usando la mano destra. Allo stesso modo si prendono e si mischiano gli altri cibi d'accompagnamento. L'unica difficoltà consiste nel riuscire a immergere le mani nel riso bollente… mancava poco che cacciassi un urlo da ustione. I nepalesi non battono ciglio per le alte temperature, probabilmente hanno i polpastrelli d'amianto.

Ho condito il tutto con una birra locale piuttosto buona, la Everest Beer. Dice Suraj che per adesso bere birra va bene, ma da Manang in poi (i.e. sopra i 3500m) è sconsigliata perché favorisce il mal di montagna. A questo proposito, ho scoperto che a colazione si può ordinare, al posto di the o caffè, una bevanda calda molto buona, a base di zenzero, limone e miele. Di nuovo, sopra i 3500m è altamente consigliata per prevenire i malesseri legati all'altitudine.

La guesthouse di oggi si chiama Super Rainbow View ed è di fronte a una bellissima cascata alta 220m. Ecco come la si vede dalla mia stanza. Siamo arrivati giusto giusto 10 minuti prima di un immane temporale (fortunelli), ora aspetto che termini, per cercare di avvistare il super rainbow! A parte il temporale, il sole picchia ferocemente e le temperature sono pienamente estive; secondo me oggi abbiamo superato i 30 gradi… Poco male, fra pochi giorni sperimenteremo l'estremo opposto; Suraj mi ha detto che la notte prima dello scollinamento potremmo ritrovarci con -15 in camera, brrr.

Toh, mentre scrivevo sono stato interrotto dal mio vicino di stanza, un signore australiano sulla 60ina abbondante che viaggia da solo. Mi ha chiesto di togliergli una zecca dal collo. Operazione riuscita alla perfezione, ma adesso sarà il caso che mi controlli per bene anch'io…

 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *