Giorno 18, venerdì 4 maggio, Villalcazar de Sirga – Moratinos

La via Aquitana. Basta citare questo nome per evocare sentimenti molto contrastanti negli ex-pellegrini che già hanno percorso il cammino di Santiago. Da una parte, timore e rispetto, dall’altra, la soddisfazione per essere riusciti a superare la difficile prova. Anche la guida mette in guardia i futuri camminatori dalle insidie di questo tratto: 17km di nulla, niente acqua, niente ombra, tutto dritto, nessun paese in vista per ore… Ovviamente le condizioni diventano proibitive in estate o comunque nelle giornate assolate, tanto che in agosto pare venga predisposto un servizio di pronto soccorso che presidia questo tratto.

Anche oggi non sono solo e ho avuto la fortuna di poter affrontare la via Aquitana in compagnia di Serena e di Harold, ragazzo mezzo canadese, mezzo tedesco, che abbiamo incontrato appena usciti dall’ostello. Nonostante la stazza non indifferente, Harold cammina spedito e condividerà con noi l’intera tappa. Sguardo un po’ spiritato, dotato di parlantina inarrestabile, è molto estroverso e pieno di interessi. Ho l’impressione che Serena soffra un po’ la conversazione continua in inglese, lingua che non domina completamente, anche perché oggi per lei, che ha cominciato a camminare solo da quattro giorni, è arrivata una piccola crisi (vesciche, dolori vari, cattivo sonno).

I primi chilometri di via Aquitana scivolano via senza problemi, fra battute, racconti, confidenze varie. Il tempo molto freddo e il cielo coperto ci hanno senz’altro aiutato a non subire le principali insidie della via, ma comunque, quando mancano 5km, avvertiamo tutti e tre la vendetta dell’Aquitana. Il vento rinforza di brutto, comincia a piovere orizzontale, la temperatura si abbassa… Per Serena inizia qui la crisi. Harold smette di parlare, diventa serio serio, inserisce le cuffiette, e prosegue a testa bassa. Anch’io ho i miei bei problemi per un improvviso e violento litigio con il mio zaino. Forse il vento che spinge forte di lato mi cambia il bilanciamento e il vecchio dolore fra le scapole si ripresenta con intensità mai provata. Stringendo i denti e affamati come lupi mannari arriviamo comunque verso ora di pranzo alla fine della prova e ci fiondiamo a svaligiare il bar del paesello.

Il pomeriggio è più tranquillo, anche se i paesaggi continuano ad essere monotoni: quasi ovunque il cammino consiste in una stradina sterrata che costeggia strade asfaltate. Fortunatamente il terreno ondulato e molto verde che ci circonda possiede una certa bellezza e ci aiuta ad alleggerire la fatica.

Per Serena e Harold la tappa finisce a Terradillos de los Templarios, loro obiettivo di giornata, mentre io ho in programma di camminare per altre 2 o 3 ore. Un’altra magia del cammino è il modo in cui ci siamo salutati, da pellegrini. Forse ci rivedremo domani, forse in un futuro più lontano, forse non ci vedremo mai più. Dopo due giorni a stretto contatto poteva essere complicato o difficile separarsi, ma tutto si è risolto in un semplice abbraccio e nel saluto del pellegrino: Buen Camino!

Pochi chilometri dopo ho cominciato e sentire i primi tuoni e una valanga di nuvole nerissime in avvicinamento. Stavo transitando per Moratinos, un paesino di 22 anime che sulla guida non è nemmeno citato e che, stando ai cartelli segnaletici, non offrirebbe alcun tipo di sistemazione. Assorto in temporaleggianti riflessioni, ho notato un nuovissimo agriturismo e mi sono lasciato tentare. Passerò questa notte in una stanza tutta mia, con bagno privato e cena di qualità. I gestori sono una coppia di tedeschi, 2 dei 6 stranieri residenti in Moratinos: la pulizia e la cura per i dettagli che ho trovato sono davvero sorprendenti. C’è addirittura il balsamo per il massaggio ai piedi e tutta una serie di prodotti utili per il pellegrino. Mi hanno anche regalato un libricino in italiano con tutte le distanze da Santago. Posso quindi affermare che dovrò camminare ancora per 374.1km!

6 thoughts on “Giorno 18, venerdì 4 maggio, Villalcazar de Sirga – Moratinos

  1. Ciao Michele!!! Cavoli, che dura quella tappa… Con Leon una delle peggiori…… Per fortuna c’eravate voi che chiacchierando mi davate un po’ di spirito…. Io sicuramente non riuscivo a fare conversazione… Troppo impegnata a tenere a bada le vesciche!!!!!!!!

  2. ciao Serena! Eh si, e` stata proprio un tappa dura… mi sembrava di stare bene, di essere in forma, ma alla prima tentazione ho ceduto miseramente (in realtà devo dire che ho fatto bene). Una giornata che, per la compagnia, per il percorso, per l’avventura, resterà comunque sempre fra i ricordi più belli…

    • Eh si… Non dimenticherò mai quanta fatica ho fatto quel giorno e il male che avevo ai piedi…. Terribile!!!
      Ma che bello rivedere le foto e dire c’è l’ho fatta!!!!

  3. Ah, dimenticavo, ho letto il libro “il portico della Gloria” di Davide Gandini, mi sembra di avvertene parlato…. Secondo me è bellissimo… Leggerlo e’ stato come rifare il Cammino

    • grazie Serena, effettivamente me ne avevi parlato, ma avevo dimenticato titolo e autore. Seguirò senz’altro il tuo consiglio.
      grazie!

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